La società civile nel sistema sanitaria italiano riformato: ruolo o responsabilità ?

Abstract

Nel nuovo millennio l’Unione Europea è catapultata in una nuova era economica. Il periodo d’oro del welfare state, come soluzione alla disuguaglianza sociale, inizia a perdere terreno soprattutto in paesi considerati a regimi di welfare conservatore-corporativo. A poco a poco il peso economico dello Stato sociale diviene troppo evidente tanto che i governi tendono a nasconderlo agli altri Stati membri dell’UE, agli occhi dei media e della comunità in generale. A causa di misure di austerità, la garanzia di accesso universale all’assistenza sanitaria che la società civile aveva guadagnato in cambio di voti ha iniziato a sgretolarsi e contemporaneamente il peso del debito pubblico diventa più grave, tanto che i cittadini iniziano a rinunciare alla speranza di trovare soluzioni politiche. In questo articolo si pone la questione se la società civile possa essere riconosciuta solo per il ruolo nell’ambito della sanità, o se le misure di riforma adottate inducano la società civile ad accollarsi la responsabilità che i governi sembrano non essere in grado di supportare. Nella prima parte dell’articolo si riflette sul sistema sanitario in Italia, terza potenza economia della zona euro con un sistema di welfare solidaristico, presentato come un caso di studio per spiegare come il principio dell’assistenza sanitaria universale sia stato eroso a partire dagli anni ‘90. Nella seconda parte si sostiene che la società civile italiana, nonostante un periodo caratterizzato da una lunga transizione di riforme amministrative e sanitarie, gioca molto più che un ruolo nel garantire il benessere della comunità.